Biblioteca Capitolare della Cattedrale di Verona - Piazza Duomo, 13 - Verona
(Foto: Marco Almbauer, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons)
La Biblioteca Capitolare fa parte del complesso architettonico della Cattedrale che sorge in Piazza Duomo a Verona.
Si tratta della
più antica biblioteca al mondo ancora aperta e attiva ed è famosa in tutto il mondo per la preziosità dei manoscritti che custodisce. Si conosce anche con il nome latino di Scriptorium ecclesiae Veronensis e Schola ecclesiae Veronensis; il paleografo Elias Avery Lowe (1879-1969) le diede anche un altro epiteto: Regina delle collezioni Ecclesiastiche.
Storia della Biblioteca Capitolare della Cattedrale di Verona
Il nucleo originario da cui prese origine la Biblioteca Capitolare era lo Scriptorium, una vera e proprio officina per la produzione di testi su pergamena che erano destinati all'istruzione religiosa dei futuri sacerdoti. Lo stdio era già attivo a partire dal V secolo e gli amanuensi che realizzavano i libri in pergamena erano gli stessi sacerdoti del Capitolo della Cattedrale, da qui l'aggettivo di «capitolare».
La prima testimonianza sullo Scriptorium passò alla storia per opera di uno dei canonici di nome Ursicino; questo dopo aver terminato di trascrivere prima la Vita di San Martino, opera composta da Sulpicio Severo nel IV secolo, poi la Vita dell’eremita tebaico San Paolo, opera scritta da San Girolamo, decide di apporre il proprio nome alla fine codice XXXVIII aggiungendo anche il luogo, ossia Verona e la data: le calende di agosto dell’anno di consolato di Flavio Agapito. Quindi 1° agosto 517, quando Teodorico, re degli Ostrogoti, dominava l'Italia.
Tuttavia la notizia fa apparire un'attività dello Scriptorium già ben strutturata all'inizio del VI secolo; inoltre la presenza attuale in biblioteca di codici più antichi rispetto a quelli trascritti da Ursicino come il codex XXVIII, ossia il più antico testo esistente che riporta una parte del De Civitate Dei di Sant'Agostino che data all’inizio del secolo V, lo stesso periodo storico in cui Agostino lo scrisse (413-426), fanno pensare che l'attività di copistica libraria iniziò almeno dal IV secolo.
A confermare almeno questa ipotesi anche la presenza in biblioteca dell'unico esemplare delle Institutiones di Gaio, opera composta tra il 168 e il 180 d.C. e rinvenuta in un palinsesto nel 1816 dal diplomatico tedesco Barthold Georg Niebuhr mentre era in visita a Verona. Dopo anni di studi la datazione proposta fu di epoca giustinianea.
Negli anni bui del Medioevo, che poi sono in realtà riconducibili solo al periodo 600-720, la Biblioteca di Verona brilla di luce propria grazie a una perla scovata dal grande paleografo Luigi Schiapparelli nel 1924: si tratta del testo detto Indovinello di Veronese, presente sul recto della pag. 3 del Codex LXXXIX di origine spagnola, probabilmente in arrivo dalla colta corte dei Visigoti, che recita:
† separebabouesalbaprataliaaraba&albouersorioteneba&negrosemen
seminaba
† gratiastibiagimusomnip(oten)ssempiterned(eu)s
che tradotto porta al seguente testo latino:
Se pareba boves
alba pratalia araba
albo versorio teneba
negro semen seminaba
Gratias tibi agimus omnipotens sempiterne deus
e alla seguente traduzione italiana:
Spingeva avanti i buoi (le dita)
solcava arando un campo bianco (la carta)
e teneva un bianco aratro (la penna d'oca)
e seminava nero seme (l'inchiostro).
Ti ringraziamo, Dio onnipotente ed eterno.
Informazioni per la visita alla Biblioteca Capitolare della Cattedrale di Verona
Orari:In questo periodo, la Biblioteca Capitolare è aperta solo con visita guidata, nei seguenti giorni e orari:
giovedì, venerdì e sabato alle 11.00, domenica alle 15.30.
Biglietti: visita guidata: intero € 10; ridotto € 5 (14-11 anni), gratuito sotto i 10 anni.
Info: tel. +39.045.596516;
[email protected] Sito web: Biblioteca
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