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Mostra Vincenzo Castella – Affreschi e Collezioni Botaniche alla Galleria La Città a Verona

La Mostra Vincenzo Castella – Affreschi e Collezioni Botaniche in corso alla Galleria La Città di Verona: gli orari, i periodi, il costo dei biglietti e le opere, la sede espositiva.

Mostra Vincenzo Castella – Affreschi e Collezioni Botaniche Verona
Vincenzo Castella – Affreschi e Collezioni Botaniche - Studio la Città - Lungadige Galtarossa, 21 - Verona

(Foto: )

Mostra in corso dal 24 giugno al 16 settembre 2023

Studio la Città presenta una personale di Vincenzo Castella, dove l’artista si muove con lo stesso rigore tra gli affreschi rinascimentali e le collezioni botaniche: per il suo occhio e l’obiettivo fotografico infatti sono ambiti assolutamente paritetici.

Comunicato stampa della mostra Vincenzo Castella – Affreschi e Collezioni Botaniche

Affreschi e Collezioni botaniche è il titolo della personale di Vincenzo Castella, che Studio la Città inaugurerà il 24 giugno e chiuderà il 16 settembre 2023, con la sola sospensione della pausa estiva. Una mostra dove l’artista si muove con lo stesso rigore tra gli affreschi rinascimentali e le collezioni botaniche: per il suo occhio e l’obiettivo fotografico infatti sono ambiti assolutamente paritetici.

Osservatore attento dei paesaggi urbani delle grandi città Castella ha mostrato nel tempo un percorso artistico che ha attraversato le realtà industriali, i paesaggi oltre oceano con le comunità afroamericane del Mississippi e del Tennessee, la pittura e l’architettura rinascimentale, e più recentemente si è concentrato sul mondo vegetale e sulla natura ritratta nella cattività urbana. Non c’è opposizione, non c’è contrasto, ma un complesso ragionamento sulla fotografia, sulla rappresentazione, sulla luce, sul colore, sul punto di osservazione.

“Castella – osserva Salvatore Lacagnina ne Il Libro di Padova – prosegue con i suoi mezzi e i suoi metodi, il suo lavoro sulla rappresentazione, sulla realtà che diventa immagine, attraverso un gesto (quello fotografico) che non è e non può essere mai neutro, bensì con- sapevole del processo di riduzione che ogni immagine, ogni creazione artistica, produce rispetto al reale: L’atto di rappresentare (e quindi di ridurre) comporta quasi sempre una violenza verso il soggetto rappresentato. C’è un contrasto reale tra la violenza dell’atto di rappresentare e la calma interiore della rappresentazione stessa, l’immagine del soggetto…“ (V. Castella) Così le grandi immagini del ciclo di affreschi mantegneschi alla Chiesa degli Eremitani a Padova con il Martirio e trasporto di san Cristoforo si stagliano sulla parete bianca della galleria e sembrano quasi a grandezza naturale, un trittico di 3.15 X 3.15, mentre lo scorcio su Villa Pisani ci sorprende con un’immagine che sembra bucare la parete, e lo stesso accade con il ‘ritratto’ delle piante in cattività nello storico orto botanico patavino. Quest’ultimo, vissuto a pari dignità degli affreschi del battistero del Duomo o degli Eremitani, rimanda anche alla storia del “ruolo importante nello sviluppo della cosiddetta età scientifica tra il Cinquecento e il Seicento. E un ruolo altrettanto importante, due secoli dopo, ebbero nella concezione del museo moderno, fondato sull’incontro tra arte, storia e natura … una storia quella degli Orti Botanici e dei Musei in Europa e nel Nord America inseparabile inoltre dalla storia del colonialismo, dello schiavismo e dallo sviluppo dell’economia capitalista. I concetti di natura e di arte sono inseparabili sin dalla nascita dei primi musei moderni” (S. Lacagnina, Se accade una volta e come non fosse accaduto in “Il libro di Padova” Silvana Editoriale).

Questa contiguità arte e natura vive anche nel supporto che Castella utilizza per la stampa delle fotografie realizzata su carta giapponese di gelso semitrasparente, che ha un ruolo fondamentale sia da punto di vista concettuale, sia sulla percezione dell’opera.

Lo sguardo che Castella sollecita, conduce oltre la dicotomia soggetto/oggetto. Le stesse “ricerche artistiche e filosofiche più complesse cercano oggi di uscire da questo dualismo, per costruire un pensiero e un immaginario, nel quale non agisca la separazione tra soggetto e oggetto, non agisca quella oggettificazione che ha in sé anche le radici del razzismo e del patriarcato, tanto storico quanto contemporaneo…”. (S. Lacagnina)
Ed è in questo oltre l’approdo del nostro sguardo suggerito dall’artista.

Biografia

Vincenzo Castella (Napoli 1952), vive e lavora a Milano.
Dal ’75 usa la fotografia a colori e dal ‘98 avvia la serie sugli edifici: realizza ipotesi di narrazione visiva sulla complessità del tessuto e dell’intreccio della città, producendo stampe a colori da film di grande e grandissimo formato. La sua ricerca è basata sui concetti di distanza e dislocazione con particolare attenzione alle possibilità identitarie dei materiali della fotografia. Dal 2006, costruisce installazioni video tratte da grandi negativi fotografici, una tra tutte: Cronache da Milano, realizzata nel 2007/2008 e presentata ad Art Unlimited – Basel 2009 con Studio la Città. Nel 2009 realizza About Town, sulla relazione tra due quartieri della città di Amsterdam, presentata alla galleria Paul Andriesse. I movimenti di lettura della fotografia restituiscono un insieme disambiguo sulle corrispondenze del visibile e dell’invisibile nella vita della città, suggerendo un re-editing visivo della complessità del tessuto e dell’intreccio urbano. Il suo lavoro è stato presentato in sedi istituzionali europee (tra le quali Arles - Abbazia di Mont Majour, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo - Guarene, Museo di Villa Manin di Passariano). Cinque foto della serie Layers from Malta sono state acquisite nel 2015 dalla Tate Collection. Le sue opere sono state esposte in importanti mostre quali: Innesti-Grafting, 14a Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia (2014), Intuition - Palazzo Fortuny Venezia (2017), Studio eine Phantastik - Shedhalle di Zurigo (2018).

Nel 2019 presenta la personale: Milano – Building - a cura di Frank Bohem. Reggio Emilia Fotografia Europea Urban Screens - Fondazione Palazzo Magnani – Sinagoga – Reggio Emilia - a cura di Walter Guadagnini. Nello stesso anno è con Studio la Città in Recursions and Mutations Isola della Giudecca, Venezia Giudecca Art District con Lynn Davis, Jacob Hashimoto e Roberto Pugliese. Seguono The Pedmont Pavillon – Biennale di Venezia – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo – Castello di Rivoli. Intorno a Milano, dentro la città – a cura di Building – intervento sperimentale di Arcolessione pubblica di 9 immagini di 3 x 6 metri in 33 siti nell’area metropolitana di Milano.

Silvana Editoriale pubblica nel 2019 un lavoro inedito: BERLINO ‘89. 46 fotografie formato 6 x 17 realizzate un mese prima della caduta del muro. Nel 2020 espone World Cityscapes – all’Auditorium della Musica – Cupola Sinopoli – a cura di Filippo Maggia.

Nel 2021 pubblica Il libro di Padova – Silvana Editoriale – a cura di S. Lacagnina, mentre Studio la Città presenta la mostra Mimesis a cura di S. Lacagnina. Dal 2022 ad oggi ha esposto alla Galeria F2 di Madrid Il Giardino era così bello che lei ebbe paura dell’Inferno con testo di S. Lacagnina, realizza la mostra all’ Orto Botanico di Padova Il libro di Padova, e nella galleria di Pietro Atchugarry a Miami è nella collettiva 50 Years, a Day. Studio la Città, a Story.

Informazioni utili per la visita

Orari: lunedì dalle 14.00 alle 18.00. Da martedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00. Sabato dalle 9.00 alle 13.00 (solo su prenotazione entro il giovedì della stessa settimana).
Biglietti: si rimanda al sito ufficiale.
Telefono: +39.045.597549
Sito web: Studio La Città

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